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Cascina Santa Teresa, latte e materia utile a go go
Da quando i titolari della Società agricola Baldrighi di Farfengo (Cr) sono diventati clienti totali di Purina®, le performance produttive e riproduttive delle ottime Frisone di casa sono decollate.
Non si diventa grandi con i “ma” e con i “se”, ma con i “nonostante”. È quanto sostiene il famoso giornalista Massimo Gramellini, sottolineando il fatto che per crescere e raggiungere il successo è preferibile superare le avversità e gli ostacoli, piuttosto che lasciarsi bloccare da scuse o rimpianti. Ebbene, questa massima calza a pennello con l’esperienza professionale di Oreste Baldrighi, titolare insieme allo zio Romano della Cascina Santa Teresa, l’allevamento di vacche da latte di Farfengo (Cr) che da queste parti è conosciuto ed apprezzato per il livello genetico delle sue Holstein. Sì, perché negli ultimi tempi Oreste e collaboratori mungono un mare di latte, di media 40 kg per capo al giorno su 250 capi in lattazione, nonostante le strutture dove è alloggiata la mandria siano in buona parte vetuste e bisognose di un radicale restyling. Le prestazioni produttive vanno dunque a gonfie vele ma nonostante ciò i tenori lipidici e proteici, così come i parametri igienico-sanitari, sono collocati su valori invidiabili. Valori che permettono all’azienda di incassare i premi del caseificio a cui viene conferito il latte, nonostante il fatto (e siamo a tre) si tratti della Latteria Soresina, famosa per la qualità del latte dei suoi soci. Compito arduo, quindi, superare la media di caseificio e portarsi a casa il premio.
Cambio direzione
Ma fino a pochi anni fa la musica era ben diversa. “Nel 2022 – ci spiega Oreste nel corso della nostra visita in azienda – la produzione non riusciva a superare i 32 kg per vacca, per cui nell’agosto del 2022 mi sono rivolto e ho dato fiducia al team Purina® che già mi forniva il mangime per lo svezzamento dei vitelli”. Scende dunque in campo il trio di professionisti formato da Sergio Magli, Marco Lena e Fabrizio Ferrazzi, che con scrupolo e competenza definisce una nuova razione aziendale e concorda con Oreste un nuovo regime alimentare che mette finalmente in grado la mandria di convertire più efficacemente, con meno mangime e dunque anche a un minor costo, gli elevati livelli di ingestione. Parliamo infatti di vacche geneticamente molto “strutturate”, capaci di consumare 29-30 chili di sostanza secca al giorno. “È stato quello il punto di svolta – riconosce Oreste – perché infatti da allora in poi la produzione ha continuato a crescere a parità o quasi di numero di vacche e a parità di ambiente produttivo”. Significativo a questo proposito anche il miglioramento ottenuto la scorsa estate grazie all’inserimento di Fortify 45 Fresh all’interno del mangime BiParticle personalizzato Purina® offerto alla mandria. Il tutto in un’azienda che, fatta eccezione per la stalla delle fresche, edificata nel 2018 e provvista di tutto punto, in materia di dispositivi per il raffrescamento della mandria non è certo all’avanguardia. “A mio parere – commenta Oreste – uno dei punti di forza di Purina® è proprio questo, il fatto di poter miscelare e inserire all’interno di un unico prodotto le componenti innovative messe a disposizione dalla ricerca Cargill®”.
Alimentazione di precisione
Certo – riconosce di seguito il nostro interlocutore – all’escalation produttiva hanno contribuito anche altri fattori, come ad esempio la migliore distribuzione dei parti nel corso dell’anno e quindi la migliore occupazione degli spazi a disposizione anche delle vacche in lattazione, così come l’aumentata produzione delle primipare, da ricondurre al fatto che oggi, grazie alle migliori prestazioni ottenute durante la fase di crescita, questi animali sono più forti e robusti al momento del loro inserimento nel gruppo insieme alle pluripare. Senza poi dimenticare l’eccellente lavoro svolto dal team aziendale, a cominciare dal carrista Diego Pianta, che forte anche delle dritte offerte dal team Purina®, fa di tutto per offrire ogni giorno agli animali una miscelata dalla giusta composizione e il più possibile omogenea, così da rendere impossibile la selezione delle componenti alimentari più gradite agli animali. A tutto beneficio della costanza del pH, delle fermentazioni, del benessere ruminale e quindi della produzione lattea. Altrettanto fondamentale, infine, gli sforzi per sostenere i consumi alimentari: “un accorgimento che funziona – osserva Oreste – è preparare più unifeed del necessario, calando dunque nella routine quotidiana il concetto di razione ad libitum”.
Il mio prossimo obiettivo? Dare il via a un progressivo rinnovamento delle strutture aziendali. Perché in questo modo, mantenendo l’attuale sistema gestionale, ritengo che potremo fare ancor meglio. Oreste Baldrighi
Obiettivi futuri
E quando chiediamo ad Oreste quali idee stia coltivando per il futuro dell’azienda, la risposta non si fa attendere: “intendo dare il via a un progressivo rinnovamento delle strutture aziendali. Una volta fatto ciò, e mantenendo l’attuale sistema gestionale, penso che riusciremo a produrre di più e ad avere più margini. Che alla fine è l’obiettivo ultimo di tutti noi allevatori”. Avanti tutta, Oreste: niente scuse, niente rimpianti.
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