20.10.2025
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Oggi i "Sanpietrini" vanno a tutto gas

Da quando Stefano Montersino affianca il padre Mauro alla guida dell’azienda San Pietro di Castagnole Piemonte (To), la mandria di Frisone si è via via ingrandita e le produzioni medie sono lievitate.

Poco più di una cinquantina di ettari di terreno, tutti accorpati intorno alla cascina, e 430 capi di razza Frisona, tutti raccolti in due stalle costruite in tempi diversi (nel 1988 e nel 2022-2023) ma rigorosamente l’una accanto all’altra. Completa il quadro l’impianto consortile di biogas da 300 Kwh di potenza, collocato a 2,8 chilometri di distanza ma comunque connesso al centro aziendale in virtù della tubatura sotterranea utilizzata per convogliare al digestore i reflui di stalla. Eccolo qui, il gioiellino agro-zootecnico della famiglia Montersino di Castagnole Piemonte (To), una realtà che dal punto di vista statistico può essere considerata di medie dimensioni (200 vacche in mungitura) ma che sotto il profilo della produzione di latte oggi è da primi posti in classifica (40-42 litri per capo al giorno raccolti in cisterna). Per la felicità del “piccolo” Stefano (2 metri di altezza per oltre 100 chili di peso…) che dal 2016 affianca il padre Mauro alla guida dell’azienda. "Dopo che sono ufficialmente entrato nella compagine societaria - ci racconta al nostro ingresso in stalla - siamo progressivamente riusciti non soltanto ad ingrandire la mandria, che nel 2016 contava in tutto 290 capi, ma anche ad incrementare le produzioni medie, passate dai classici 100 quintali per vacca di allora agli attuali 124 quintali. E parlo di un latte – aggiunge Stefano con legittimo orgoglio – piuttosto ricco di titoli e povero di cellule, che conferiamo all’Inalpi”.

Sono soddisfatto, oggi le nostre vacche girano bene. Noi le seguiamo a dovere, ma poi c’è il team Purina® con cui si lavora davvero alla grande. Stefano Montersino

Foraggi al top

Ed è lo stesso Stefano a spiegarci quali sono stati gli ingredienti di questa progressiva ascesa verso la serie A della zootecnia da latte piemontese: “I motivi sono tanti – ammette – ma prima di tutto vorrei citare le cure alimentari e in particolare la migliorata qualità dei nostri foraggi. Sia chiaro, le colture sono sempre quelle – loietto più mais da trinciato – ma è cambiato il nostro approccio gestionale, per cui siamo riusciti a migliorare l’insilato di loietto, in particolare sotto il profilo della digeribilità e del contenuto proteico, e anche il pastone di mais”. Ma a cambiare negli anni sono anche i concentrati e in particolare i nuclei, finalizzati a valorizzare il migliorato livello genetico della mandria. “È dal 2002 – osserva a questo proposito il nostro interlocutore – che siamo clienti totali Purina®. Abbiamo iniziato che ero ragazzino e anche adesso, a distanza di quasi 24 anni, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare. D’altra parte con il team Purina® che ci segue, lavoriamo davvero bene: Umberto Cocuzza ed Erika Mattoni sono due tecnici veramente in gamba, e poi c’è Massimo Beltramino che per noi, ormai, è uno di casa visto che ci segue anche sul fronte della genetica”.

Salute e benessere

Tra gli altri artefici della crescita produttiva – riprende Stefano – vi sono gli investimenti in tecnologie e benessere, dall’ampliamento degli spazi a disposizione delle lattifere (la stalla nuova di cui sopra), ai dispositivi per il raffrescamento della mandria, fino ai tag a collare per l’individuazione dei calori “che hanno fortemente contribuito a migliorare la performance riproduttiva” (P.R. medio annuale: 30%). Senza naturalmente dimenticare i due programmi informatici di gestione della mandria, Dairy Comp 305 e Dairy Enteligen di Purina® “che ci hanno aperto un mondo, educandoci a prestare la massima attenzione ai dati”, e le cure dedicate alla salute della mandria: “dal 2019 – sottolinea infatti Stefano – collaboriamo con i veterinari di Agrilab per tenere sotto controllo le mastiti. Ma vorrei ricordare anche il protocollo vaccinale che ci ha suggerito il dottor Fabio Rossetti del gruppo VetViso, grazie al quale la mortalità in vitellaia è scesa sotto al 3%, o il servizio di podologia fornitoci dal dottor Leandro Boretti di Podovet, basato su 3 interventi annuali di pareggio preventivo a tappeto, che hanno migliorato di molto la salute podale della mandria”.

Ricomincio da tre

E quando chiediamo al nostro interlocutore quali sono i prossimi obiettivi nel mirino, la risposta è immediata: “Giusto ieri – sorride Stefano – mio padre mi ha, diciamo, caldamente invitato a non aumentare ulteriormente il numero di capi. Ma le vacche – gli ho risposto – sono il problema minore. Tanto è vero che sto già pianificando di aggiungere altre 80 cuccette, in modo tale da fare spazio ad altre bovine e al contempo stabulare su lettiera, anzichè su cuccetta come avviene attualmente, gli animali del box parto, del box infermeria e del gruppo in steaming up. Ma sto anche pensando – aggiunge dopo una pausa di riflessione – se passare alla terza mungitura. I presupposti tecnici ci sono, e con l’incremento produttivo atteso ci sarebbe anche la convenienza economica. Si tratta solo di trovare il personale adatto”. In bocca al lupo, Stefano!

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