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Stalla e campagna: Le carte vincenti dei fratelli Piva
I due fratelli gestiscono un'azienda agricola a Casalromano con 342 vacche e 150 ettari coltivati. Grazie a una gestione integrata, hanno aumentato la produzione di latte e migliorato la salute del bestiame.
Due fratelli, una passione condivisa ed ereditata, ma con mansioni ben distinte. Siamo a Casalromano (MN) insieme a Fabio e Gianni Piva, i titolari dell’azienda agricola Sant’Antonio di Piva Francesco, Fabio e Gianni. Una realtà che attualmente conta da una parte 342 frisone in lattazione e dall’altra 150 ettari di terreni coltivati per la produzione di foraggere per la stalla.
“Siamo partiti con l’allevamento di sole 40 vacche insieme a nostro padre - ricorda Fabio. Puntavamo alla crescita continua di anno in anno, ma il vero salto numerico c’è stato quando abbiamo rilevato un’altra stalla con 150 capi e anche dopo aver rinnovato e ampliato le nostre strutture più datate”. Nel giro di poco tempo dunque la mandria è raddoppiata, la superficie da coltivare è aumentata e con queste anche il coinvolgimento dei due fratelli in azienda. “Oggi - continua Fabio - io mi occupo della gestione degli animali, mentre mio fratello segue la campagna”. Due facce della stessa medaglia: una il punto di forza dell’altra.
Materie prime valorizzate
Non a caso l’autosufficienza dal punto di vista alimentare rientra tra i punti fermi della gestione aziendale di Fabio e Gianni. Una volta raccolti, infatti, i foraggi di ottima qualità prodotti tutto attorno al perimetro dell’azienda, vengono stoccati in trincee o in balle fasciate così da ottimizzare le esigenze di stalla durante tutto l’anno. Ed è qui che, per valorizzarne l’impiego, i titolari si affidano al team Purina, nelle figure di Matteo Longo (Dairy Specialist) e di Fabrizio Ferrazzi della Concessione Ferrazzi Zootecnica.
“La razione che elaboriamo in quest’azienda è piuttosto semplice - spiega Ferrazzi - prevede l’utilizzo di poche materie prime insilate grazie alle quali riusciamo ad offrire alle bovine una certa costanza nella composizione chimica. A questi ingredienti, da 6 mesi a questa parte, aggiungiamo un nucleo personalizzato che, oltre alle integrazioni mineral-vitaminiche, include anche delle tecnologie innovative firmate Purina. Dalla Linea Triumph studiata per migliorare la degradabilità delle fibre alla Amidart, che ha un effetto diretto sulla digeribilità delle componenti amidacee”.
Strategia che ha portato i titolari ad osservare i risultati sperati sulla mandria: “Abbiamo registrato un incremento di circa 2 kg di ingestione di sostanza secca - precisa Fabio - che si è tradotta in 3 kg di latte in più per vacca. Per sintetizzare: questo programma personalizzato ci ha aiutati a migliorare gli indici di conversione alimentare dei nostri animali”.

E selezione sia
Miglioramenti produttivi da una parte, ma a giovare dei nuovi programmi alimentari è stata anche la fertilità: “Anche per le vacche in asciutta e transizione - spiega Longo - abbiamo implementato dei prodotti costruiti ad hoc sulle specifiche esigenze degli animali. Con la tecnologia ImmuniTek, ad esempio, riusciamo a sostenere il buon funzionamento del sistema immunitario nel delicato periodo che precede e che segue il parto. E con un valore di Pr del 28% un Hdr del 64% possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati messi a segno”. Tanto che la rimonta presente in abbondanza in azienda permette ai titolari di vendere circa 15% degli animali da vita. Che significa anche poter continuare a comporre la mandria tendendo in stalla solo gli animali più in linea con gli obiettivi aziendali. E qui il passato non molto remoto di Fabio da esperto di genetica, nonché punteggiatore per i concorsi di razza, torna a farsi sentire. “La vacca ideale - sorride - è quella che l’allevatore non ricorda di avere in stalla. L’obiettivo è infatti quello di selezionare bovine che dimostrino un giusto equilibrio tra salute e produttività”.

"Alla base della produttività e della salute degli animali ci sono sempre due fattori chiave: la genetica e la qualità degli alimenti offerti in mangiatoia."
Traguardo centrato
Ma per ottenere animali forti e ben strutturati occorre prestare le giuste attenzioni soprattutto ai nuovi arrivati. “In vitellaia - spiega a questo proposito Longo - utilizziamo un mangime Starter con l’aggiunta di oli essenziali per prevenire in modo del tutto naturale la comparsa delle coccidiosi. Mentre a partire dallo svezzamento e fino al primo anno di vita i giovani animali assumono una miscelata a secco caratterizzata da elevati livelli di proteina solubile. Gli accrescimenti così si mantengono costanti e oggi in stalla osserviamo delle primipare non solo più produttive, ma anche dalla corporatura ottimale per sostenere il parto e l’avvio alla lattazione”.
Ricordiamo anche il continuo spostamento in avanti del periodo di attesa volontario per allungare le lattazioni e l’età del parto delle primipare che è di 23 mesi. Ecco perché quando chiediamo ai due fratelli gli obiettivi nel mirino per i prossimi anni la risposta non può che essere questa: “Speriamo di continuare sempre con questo ottimo regime produttivo e riproduttivo. Non intendiamo robotizzare la mungitura, né aumentare ancora i capi: abbiamo raggiunto un equilibrio ideale”. Non c’è dubbio, il lavoro di precisione ripaga sempre.


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